Il segreto dietro al business dei locali di successo
Negli ultimi anni, dalle mie parti, c’è stato un proliferare di ristoranti e bar.
Una grande percentuale di essi cucina hamburger e la quasi totalità di quelli che servono beverage sono “baretti” (il termine più utilizzato per indicarli, da queste parti) in cui è possibile bere dalle semplici bevande ai superalcolici, miscelati e non.
Alcuni di questi locali, in particolare le pizzerie, stanno avendo un discreto successo: fila tutte le sere, prenotazioni impossibili, tempi di attesa alla porta spesso superiori ad un’ora.
Questo mi ha portato a fare delle riflessioni.
Perché le attività funzionano?
- Beh, che c’entra, quello è partito avvantaggiato!
- Ma è chiaro, le pubbliche relazioni fanno la loro parte, quello ha molti amici che lo seguono, per cui ha successo.
- Il posto è buono, poi si mangia bene, anche se si spende un po’ in più, si sente che la materia prima è di qualità!
- Il proprietario è partito avvantaggiato! Il posto è ottimo, ha avuto la “fortuna” di incontrare dei buoni professionisti che lo hanno saputo indirizzare. Ha degli ottimi collaboratori! Ma poi… Vabbè niente da dire è fortunato!
- Conosco lo chef, beh, è un accademico, bravissimo, quindi era obbligatorio avere successo!
- Beh, ma hai visto dove affaccia la vetrata del ristorante? Il panorama è mozzafiato, per forza la gente ci va!
Se provate a chiedere dei pareri riguardo il successo di questo o quell’altro locale, le risposte saranno più o meno queste.
A questo punto, quindi, perché ci sono ristoranti e bar che hanno successo rispetto ad altri?
Partendo dal presupposto che preferisco sempre che i miei interlocutori debbano essere rilassati quando parlo o scrivo, cercherò di non usare paroloni e tecnicismi inutili.
I meccanismi non sono proprio semplici, ma sicuro non impossibili.
Innanzitutto è doveroso dire, che nelle risposte che ho elencato sopra, c’è sicuramente un po’ di materiale da tenere in considerazione.
Le pubbliche relazioni, circondarsi di buoni professionisti, dall’architetto che progetta il locale all’ultimo lavapiatti in cucina, sono sicuramente delle conditio sine qua non, se volete avere successo.
Molti mi diranno: “Grazie Angelo, ma non tutti possono permettersi di investire grossi capitali per ingaggiare professionisti di alto livello.”
Bene, allora analizziamo fattori che, secondo me, possono essere alla base del successo di un’attività commerciale.
I fattori di successo sono tre.
Il primo è l’identità
Lo specializzarsi in qualcosa, dare al cliente quello che gli altri non possono dare. Non per forza un prodotto, non per forza un servizio (io gli do il panino buono, io gli do la cameriera carina e gentile, io gli do la wifi, io gli do tutto!!!) ma qualcosa per cui le persone possano dire “Vado da Angelo per mangiare quel piatto o bere quel drink…” oppure “Vado da Angelo perché mi divertono le battute del bartender…”.
Che i prodotti siano buoni è irrilevante perché mangiare e bere sono due azioni legate al gusto e, in quanto tali, soggettive. Sembrerà strano ma il sapore dei vostri prodotti è strettamente legato alla strategia di marketing e comunicazione che imposterete. L’importante è non mandare nessuno in ospedale!!! Per lo stesso principio, inutile credere che sia necessario essere ubicati in un posto panoramico oppure che bisogna avere PR che vi aiutino ad aumentare la pedonabilità.
Vi potrei fare una lista lunghissima di attività commerciali legate al food e/o al beverage che non crescono o che addirittura falliscono pur essendo in posti bellissimi, pur avendo un mucchio di amici, pur avendo dei cibi deliziosi e pur sapendo miscelare liquidi creando dei drink buonissimi! Così come potrei farvi una lista lunghissima di posti in cui si mangia o si beve malissimo, in cui i proprietari sono l’antiospitalità, in cui, per arrivarci, bisogna farsi: due ore di traffico, una a cercare parcheggio e dieci minuti a piedi per arrivaci, eppure hanno successo e crescono anno dopo anno.
Il secondo fattore è la diffusione
Saper diffondere con costanza e con coerenza l’attività e cosa si offre al cliente che gli altri non possono offrire è il secondo obiettivo da raggiungere.
Questo lo si ottiene attraverso il marketing e la comunicazione, la cara e vecchia pubblicità.
Impostare un’immagine coordinata coerente con la propria identità è il primo passo, perché serve a definire i tratti somatici del locale. Logo, allestimenti interni, bigliettini da visita, cartoline (se volete) ed un’ottimo shooting sono indispensabili.
Dopodiché bisogna partire con la comunicazione verso l’esterno. Oggi funziona tantissimo il web marketing e, nel vostro caso, potreste averne bisogno solo di una parte: il social media marketing.
Il primo passo è creare profili su Facebook, Instagram ed un account su TripAdvisor. Il successivo, un sito semplice, pulito, con tante belle immagini.
I profili su Facebook ed Instagram sono da seguire quotidianamente ed hanno bisogno di investimenti per acquistare visibilità (i famosi “metti in evidenza il post”). Vi consiglio vivamente dei professionisti, perché state puntando tutto solo su questi canali e potrebbe dipendere solo da essi il successo della vostra attività. Almeno all’inizio.
Fatevi più o meno un anno così, dopodiché, se proprio lo ritenete necessario iniziate a creare iniziative, campagne non convenzionali, eventi, etc. Ma il più delle volte, vi posso garantire, basta fermarsi a comunicare bene e con costanza la propria attività, la propria filosofia… la propria IDENTITÀ.
Il terzo ed ultimo fattore: il tempo
Non aspettatevi risultati dopo un mese, non state vendendo un iPhone del valore di 900€ a 199€ per cui i risultati non saranno immediati.
I tempi che vi consiglio di aspettare sono almeno 12/18 mesi, durante i quali farete con costanza quanto scritto sopra, prima dei quali non vedrete risultati considerevoli.
Tutto qui?
Si.
In conclusione, quelli che hanno la fila alla porta hanno saputo:
- creare una propria identità senza stravolgerla nel tempo;
- diffondere bene la propria identità;
- attendere almeno 12/18 mesi per raccogliere i frutti.
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Grazie 🙂
articolo un pó di parte ma giusto e scritto molto bene.
Ciao Frank, grazie mille per aver letto l’articolo, innanzitutto.
A cosa ti riferisci quando dici che è un po’ di parte?