- Ti mando un vocale, di dieci minuti, soltanto per dirti quanto sono felice (The Giornalisti)
- Pecché nun me chiamme cchiù? E nun visualizz’ cchiù? (Liberato)
- Toccheremo il cielo e taggheremo il fondo (J. Ax, Fedex)
- Non riesco più a vedere la differenza se c’è tra la vita reale e la vita al cellulare (Brunori Sas)
- Mille messaggi, sempre la stessa faccina, ma se non usi i social nessuno si fida (C. Brave, F. Michielin, Fabri Fibra)
- Non andare in ansia se non posto più (Benji & Fede)
- Non puoi capire che effetto fai, quando mi connetto e sei online (Emis Killa)
In un mondo in cui “ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo”, che i social siano “la vita” di tutti non devo certo scriverlo io in questo post, ma sentire tante canzoni che li citano fa davvero un certo effetto, anche ad uno come me che ci lavora.
Se è vero che like, visualizzazioni e messaggi improvvisi fanno battere forte il cuore, è pur vero che un tuffo al largo, un lancio col paracadute, un giro in moto con su una grande strada panoramica, una schitarrata in spiaggia di notte oppure lo scambio di sguardi con la tipa (o il tipo) nel locale o a due metri dal nostro lettino, lo fanno battere di più.
Tempo fa ho letto che le notifiche sono l’eroina del ventunesimo secolo. Farne una questione di “malattie”, di qualcosa da cui curarsi, sicuramente non trova il contesto adatto in questo post, ma farne una questione di cogliere un’opportunità, si.
L’opportunità è quella di approfittare dell’occasione della pausa estiva (non per forza, ovviamente) per rigenerarsi e tornare più carichi di prima.
Del resto le pause nascono per staccare la spina, quindi tutto si riduce al ritrovare il vero senso della vacanza.
La pausa dai social non cambierà il fatto che, al rientro, il cellulare sarà una delle prime cose (se non la prima) che controlliamo al mattino e una delle ultime (se non l’ultima) prima di dormire, questo è certo.
Sono convinto, però, che se iniziamo ad osservare di più la vita reale torneremo dalla pausa:
- più carichi
- più creativi
- pieni di idee interessanti da portare avanti
Ecco anche il motivo dell’immagine che ho realizzato per l’articolo. L’ho intitolata: La pausa come “genesi” di creatività, di nuove idee, di nuovi progetti.
Provateci e fatemi sapere l’effetto che fa!… se ci riuscite!
Non conta dove, contano la propria mente e la giusta compagnia.
Chi mi conosce sa che durante l’anno non sono uno che si ferma facilmente durante il giorno, e sempre più spesso, della notte.
Ecco che la pausa estiva, per me, è quel momento in cui devo staccarmi da tutto e da tutti, devo vivere quei momenti in cui il pensiero più impegnativo diventa “dove andare a mangiare pesce crudo stasera?”
La mia ricetta è semplice. Prima di partire:
- formatto il cellulare
- disinstallo, o meglio non installo, tutte le applicazioni che mi collegano in real time con il mondo quali: Facebook, Instagram, Whatsapp
- connessione utilizzata solo per informazioni (quando serve) la musica
Mi divido tra ozio e…
Beh, leggo, tanto, scrivo, tanto, disegno, tanto!
Poi mi tuffo, mi rituffo, nuoto un po’.
Passeggio, un po’ di shopping, cene vista mare ma anche cene preparate in casa, con pescato del giorno.
Poi in giro, su due ruote (con motore però :P), tra natura, tradizioni e aperitivi vista mare.
Scatto foto, che, spesso, la sera stessa scarico e manipolo.
Ma poi ci sono i magazine, la settimana enigmista ed il mazzo di carte francesi, che al tramonto, con uno spritz fatto a regola d’arte, fanno rilassare tantissimo!
Poi faccio progetti, quelli sempre, penso agli obiettivi che ci siamo fissati in agenzia, a come raggiungerli e come pensarne dei nuovi. Scrivo idee da proporre ai miei soci e idee di comunicazione strategiche da sperimentare.
Poi penso a cosa far fare ai ragazzi all’università, a quali novità introdurre nel programma, a cosa proporre come tema d’anno.
Poi medito per l’ennesima volta a se ho veramente superato il numero delle primavere necessarie per continuare e quindi abbandonare definitivamente il mondo della musica live.
I primi giorni sono un po’ più duri, la tentazione di controllare continuamente lo schermo è forte, sembra strano ma ti accorgi di quanto sia difficile staccarsi da quel cazzo di cellulare!
Che poi, se ci pensi, non è manco il fatto in se di pubblicare o condividere foto quanto il fatto che questa azione genera un irrefrenabile bisogno di di controllare costantemente il display per drogarsi di like e visualizzazioni.
Dopo i primi due/tre giorni tutto il corpo si abitua, la sensazione mancanza di qualcosa lascia il testimone alla goduria della libertà, quello è un varco tra l’anno che hai lasciato e quello che sta per cominciare (il vero capodanno è settembre, non gennaio).
Una sfida per capire fino a che punto può resistere la mente.
Ottengo così 2 risultati:
- Mi godo la vacanza
- Mi ricarico per ripartire alla grande
Tanto è inutile star lì a scorrere la bacheca, la maggior parte dei post bellissimi sono costruiti.
La verità è che i momenti più emozionanti che viviamo nessuno li vedrà mai in post e/o stories perché sono quelli che non ci danno il tempo di postarli!
Siamo troppo impegnati a viverli!
Buone vacanze, ci rivediamo l’ultima di agosto!
Dimenticavo…
Se avete qualche libro da consigliarmi me lo scrivete? Magari rispondendo alla storia che ho postato! 😉