Dare il nome ad una marca, che sia aziendale o di prodotto, è un’operazione delicata, complessa ed estremamente importante per il futuro di essa.
Spesso si commette l’errore di pensare che si tratti solo di un processo di creativo. In parte è vero ma per lo più si tratta di un’operazione strategica, che va oltre la semplice scelta di un nome.
Battezzare un’azienda o un prodotto equivale a dar loro una vera e propria identità sulla quale si fonderà il destino commerciale.
Chi fa impresa, chi ha sempre voglia di nuove sfide di business, porta spesso le riflessioni sotto l’ombrellone per poi partire a settembre con la nuova idea di business.
Del resto, settembre è il capodanno degli imprenditori ed è proprio per questo che ho pensato di dare qualche spunto di riflessione per trovare il nome per la tua prossima impresa!
Vediamo quali sono i punti fondamentali da tenere ben presente nell’operazione di ricerca del naming
- La prima idea va sempre scartata! Dovrebbe essere una premessa ma lo inserisco nei punti fondamentali affinché sia preso in seria considerazione. Questo concetto va impresso nella mente e tirato fuori come presupposto, sempre. Le prime idee sono sempre da mettere da parte perché, con probabilità sono idee esistenti, ma, sicuramente, sono idee fondate su opinioni, sentimenti, sensazioni, che in questo caso servono a ben poco. Serve fare delle ricerche e ragionare sulla base dei risultati raccolti;
- Il nome deve suonare bene, le persone devono saperlo pronunciare bene e senza difficoltà;
- Deve essere di facile memorizzazione;
- Se possibile crea una rima o un’allitterazione, un’assonanza o un’onomatopea (Flik Flak, Nonno Nanni, Coca Cola, Scheweppes);
- Se possibile crea un’immagine mentale legata ad uno scenario, un luogo fisico, anche immaginario (Mulino Bianco, Camel, La Valle degli Orti);
- Se possibile crea un’espressività nel nome. In che senso? Cerca nomi capaci di illustrare, raccontare, spiegare, stando attento a non limitare l’attività (vedi Calzedonia che sembra che faccia solo calze). Alcuni esempi possono essere: Svelto, Polish, Mentadent, Sogni D’oro, Dietorelle, Vitasnella, etc;
- Partendo dal punto 6, puoi creare dei nuovi termini mixando le parole, creando delle crasi per esempio;
- Le sigle incomprensibili sono difficili da pronunciare e quindi da ricordare. Evitale a meno tu non riesca ad inventare sigle il cui significato sia di natura fonetica come Q8 (Qwait), oppure acronimi lessicali che presentino omonimie con termini del vocabolario come ARCI, FILA, etc.;
- Cerca sempre di creare un mood positivo o passionale come hanno fatto Yahoo, Excite, Obsession, funziona sempre;
- I nomi brevi, sono i più semplici da ricordare (Bic, Dash, Pupa, Cult, Nike, Crai, Sisa);
- Fai una prova per telefono, se è facile da pronunciare è da capire vuol dire che è giusto;
- Per concludere l’elenco: liceità. Sembrerebbe scontato, ma state bene attenti che, specie fuori dai confini nazionali, quel nome non vi possa creare problemi. Diciamo che è buona abitudine capire se quella stessa parola potrebbe significare altro, in altre lingue 🙂
In ogni caso, solo un’effiace strategia di marketing e comunicazione sapranno donare al nome significato e valori.
Ricorda
- Fai una verifica per essere certi che il nome non sia già registrato. Puoi farla in autonomia da qui, prima di chiedere una consulenza specializzata, che comunque resta la strada più affidabile:
- Fai una verifica su Whois per controllare che il nome a dominio sia libero.
Per questa volta ti ho parlato di come scegliere un nome in autonomia, nel prossimo articolo ti parlerò di cosa hai bisogno prima di partire con il tuo business!
Se sei hai già un nome a questo punto avrai bisogno di un logo. Ti invito a leggere questo: La realizzazione di un logo in 15 punti: il processo di lavoro prima della presentazione